Teatro

A Oriente Occidente il 'Khaos' di Ginette Laurin in prima nazionale

A Oriente Occidente il 'Khaos' di Ginette Laurin in prima nazionale

Il Festival Oriente Occidente, manifestazione che si svolge a Rovereto dal 1981, quest'anno indaga il tema del corpo in conflitto e lo fa cono spettacolo in prima nazionale il 28 agosto al Teatro Zandonai alle 20.30, intiolato "Kaos" della compagnia canadese "O Vertigo".

Sono passati trent’anni da quando Ginette Laurin ha cominciato la sua avventura coreografica, fondando a Montréal la compagnia O Vertigo. Un nome che di per sé è un programma: la vertigine e il limite come punto di partenza per una danza energica e incalzante, spinta fino all’esplorazione dell’irrefrenabile attrazione per gli opposti.

Un linguaggio unico, ricco d’inventiva, una scrittura raffinata e poetica quella di Ginette Laurin dispiegata in oltre cinquanta creazioni dal 1984 a oggi. Spettacoli come La Chambre blanche (1992, ricreato nel 2008), En Dedans (1997), Passare (2004), insigniti di numerosi premi internazionali, marcano il suo percorso e il suo spirito indefesso verso nuove sfide.

Khaos, che apre Oriente Occidente 2015, è il suo penultimo lavoro nato da un nuovo confronto con le tecnologie e lo studio della relazione tra suono e movimento. In Khaos, come nel nostro mondo, i corpi devono trovare un posto.

Il mondo è agitato - spiega la coreografa - la natura geme, trabocca. Gli essere umani gridano, hanno fame. Come possiamo raccontare tutto questo? Continuando a danzare e a creare, per vivere, per sopravvivere. Afferrando il caos, per giocarci e superarlo con astuzia”. Così immerge i suoi nove danzatori in uno spazio-scultura ideato da Marilène Bastien, una sorta di canneto interattivo dotato di sensori sonori e sensoriali che è al tempo stesso zona di frontiera, prigione e rifugio momentaneo.

Lì dentro c’è un’effervescenza frenetica. Lì, nel canneto, le pulsazioni cardiache dei danzatori vengono amplificate, le confidenze riverberate, i diversi rumori prodotti riproposti in una sorta di colonna sonora umana che si innesta contrappuntisticamente con la composizione di Martin Messier. In questo luogo tumultuoso in cui i corpi devono trovare il loro spazio per sfuggire alla follia del tempo presente, Laurin calibra una danza sospesa tra ordine e disordine, minuziosamente composta per dare un senso di disorientamento. Per far affiorare paure, testimoniare quanto la vita possa essere spinosa, con l’audacia di corpi abbandonati alla loro intensità.

Teatro Zandonai di Rovereto, venerdì 28 agosto ore 20.30